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Fisiopatologia della Sclerosi Multipla

Il cervello è considerato un luogo «immunologicamente privilegiato».

Di fatto nel cervello è presente un solo tipo di cellula immunitaria:
le cellule microgliali, simili ai macrofagi innati presenti nelle altre parti del corpo.

Per analogia con quanto avviene al di fuori del sistema nervoso centrale potremmo concludere che le cellule microgliali abbiano come funzione unicamente quella di riconoscere gli eventuali invasori, come i batteri o i virus.

La microglia, come i macrofagi negli altri tessuti, rimuove detriti cellulari e svolge funzioni fagocitarie potendo agire come cellula che presenta l'antigene.

Le cellule microgliali sono considerate oggi le cellule responsabili della “risposta immunitaria” in seguito ad un´infezione o insulto a carico del sistema nervoso centrale.

Poichè le cellule microgliali sono le responsabili della difesa immunitaria nel sistema nervoso centrale esse sono le cellule che per prime rispondono ad un trauma o alla presenza di qualsiasi agente patogeno nel cervello.

Queste cellule in seguito ad uno di questi eventi rispondono migrando nel sito in cui si è verificato il trauma ed in questo sito cominciano a proliferare.
La migrazione e la proliferazione richiedono un cambiamento morfologico.
Infatti in condizioni non patologiche la microglia si trova in uno stato di riposo.
La microglia attivata nel sito dell´infiammazione acquisisce tutte le capacità di una cellula macrofagica.

Come tutti le cellule del sistema monocitico-macrofagico, anche la microglia è in grado di rilasciare le citochine tipiche dei processi infiammatori che hanno tra gli altri il compito di amplificare la risposta, di “richiamare” altre cellule nel sito dell´infiammazione e di modularne l’attivazione.
Dall´altro lato, anche in questo caso come nella risposta infiammatoria in generale, alcuni dei fattori prodotti sono potenzialmente neurotossici, come, ad esempio, il tumor necrosis factor (TNF) o i prodotti reattivi dell´ossigeno e dell’azoto, che possono contribuire al danno del sistema nervoso.

Nelle persone malate di Sclerosi Multipla si verificano evidenti lesioni a livello neuronale ed una marcata demielinizzazione.

In questo processo è stato negli ultimi anni dimostrato avere un ruolo centrale la microglia.
Attraverso modelli animali si è infatti osservato come la microglia venga attivata nelle prime fasi di questa malattia.

Producendo fattori citotossici induce apoptosi negli oligondendrociti e quindi potrebbe velocizzare il processo di demielinizzazione associato a questa malattia.

La sintesi e la secrezione di interleuchine (IL-1, IL-6 e IL-8) da parte delle cellule microgliali, attivano la risposta infiammatoria.

Dopo attivazione, le cellule della microglia cambiano la loro morfologia e diventano macrofagi tessutali che producono citochine infiammatorie (componenti del complemento, proteine di fase acuta, enzimi ed eicosanoidi).

Poiché la microglia può produrre radicali liberi reattivi, l’attivazione della microglia è una potenziale fonte di danni ossidativi.

L'interleuchina 1 (IL-1) è una citochina secreta da vari tipi di cellule del sistema immunitario.
Questa proteina viene prodotta tra l'altro in risposta a infezioni batteriche.
La IL-1 ha molteplici effetti a livello sia locale che generale nell'organismo tra cui quello di favorire processi infiammatori in risposta ad infezioni batteriche.
Favorisce la migrazione di cellule immunitarie quali macrofagi e linfociti verso il sito di infezione.
Sono stati identificati finora diversi tipi di IL-1 tra cui:

IL1 alfa

IL1 beta

Queste due classi hanno attività simili ma strutture diverse.
Nella maggior parte dei casi la malattia ha una prima fase infiammatoria, caratterizzata da ricadute e remissioni, ed una seconda fase di progressivo, spesso lento peggioramento, con un’attività infiammatoria molto meno intensa rispetto alla fase iniziale, invece caratterizzata dalla perdita progressiva di cellule nervose.

Il dato più rilevante emerso di recente è il riconoscimento che i meccanismi implicati nella distruzione della mielina possono essere eterogenei e differire da una persone malato all’altro.

In altre parole, la cascata di eventi che parte dall’attivazione delle cellule del sistema immunitario per arrivare a produrre il processo infiammatorio non si svolge sempre allo stesso modo.

Tra i meccanismi che appaiono più specificamente coinvolti nella demielinizzazione ricordiamo:
  1. fagocitosi della mielina da parte di cellule macrofagiche, con il coinvolgimento di anticorpi autoreattivi e complemento;

  2. distruzione della mielina e/o degli oligodendrociti ad opera di linfociti T;

  3. suscettibilità degli oligodendrociti a fattori tossici presenti nel sito di infiammazione.
Ma abbiamo visto che nella progressione della malattia è soprattutto la fibra nervosa sottostante alla mielina a subire il danno, arrivando alla perdita dell’assone e poi della cellula nervosa.

è infatti ormai noto che l’assone denudato della sua guaina mielinica non riesce più a sopravvivere ed inizia un processo di progressiva degenerazione.

Infatti la SM dopo 15-20 anni dall’esordio assume un decorso simile a quello di altre malattie degenerative del sistema nervoso. Riguardo a questa degenerazione assonale, alcuni studi inducono a ritenere che sia la stessa infiammazione a innescare la sequenza di eventi che provocano le alterazioni delle fibre nervose.

è possibile che le fibre demielinizzate siano più suscettibili all’azione tossica di prodotti dell’infiammazione.

Tratto da:
Sito AISM - La ricerca sulla SM
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